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Legge di stabilità e Delega Fiscale: una doppia mazzata per il settore dei giochi?

3' di lettura 16/02/2015 - Continua senza soluzione di continuità la bagarre tra Commissioni Parlamentari e l’industria del gioco d’azzardo, una lotta all’apparenza fratricida tra lo Stato e uno dei suoi principali contribuenti.

Nel mirino della Delega Fiscale sono finiti gli apparecchi di intrattenimento (slot machine e vlt) e tutta l’industria italiana del gambling che rischia di dover pagare a caro prezzo l’approvazione della legge ad opera del governo Renzi. Gli effetti della Delega Fiscale sul gambling regolamentato AAMS potrebbero aggiungersi alla sovratassa da 500 milioni di euro imposta dalla Legge di Stabilità, una ‘mazzata’ che potrebbe affossare uno dei rami più floridi dell’economia italiana.

Slot machine e videolottery sono state la voce dominante nell’ultimo bilancio stilato dall’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane. La raccolta nel 2014 ha superato la soglia dei 45 miliardi di euro, ovvero il 55% del totale. Gli apparecchi di intrattenimento hanno preso il largo rispetto ad altre tipologie di gioco, soprattutto il poker che sta attraversando uno dei momenti più bui della sua recente storia. La diffusione del fenomeno è raccontata per filo e per segno sulle pagine di Slotmachinereport.com, che ha compiuto uno studio dettagliato regione per regione sul fenomeno slot in Italia.

La capitale italiana delle slot è senza dubbio la Lombardia. I numeri sull’uso e consumo di tale tipologia di gioco sono notevoli soprattutto in termini di spesa procapite per giocatore, che sfiora la soglia dei 2000 euro. La città di Pavia supera ogni record con una media di 2900 euro per giocatore e un rapporto tra numero di slot e abitanti da record, un primato che gli è valso la prima pagina del New York Times. Il volume di gioco complessivo e il numero elevato di giocatori patologici ha accesso una battaglia acerrima tra associazioni no slot sostenute, politici locali e l’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane, un confronto che si riflette anche nei recenti provvedimenti presenti nella Legge di Stabilità e in fase di discussione nella Delega Fiscale. La stessa situazione della Lombardia si sta vivendo anche in altre regioni italiane, ma dal punto di vista legislativo la situazione non è chiara, fatta eccezione solo per l’Emilia Romagna da sempre in prima fila nella lotta alla ludopatia e all’educazione al gioco responsabile. Nonostante ciò la nostra regione occupa il terzo posto assoluto nella spesa procapite annua per giocatore nell’ambito delle slot machine e vlt. In Emilia-Romagna, l’anno passato, il gioco d’azzardo ha prodotto un fatturato globale di circa 6 milioni di euro e ha comportato l’assistenza di 1.102 persone da parte dei SerT delle Aziende Usl, soprattutto nella fascia compresa tra i 40 e i 50. Un dato, questo, fortemente in crescita rispetto al passato.

Fino a quando non si farà chiarezza sul tema in questione, la diaspora tra il Settore dei Giochi e il mondo della politica non avrà mai fine.


   

di Redazione





Questo è un articolo pubblicato il 16-02-2015 alle 11:36 sul giornale del 16 febbraio 2015 - 644 letture

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