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Prostituzione: vittima di sfruttamento risarcita con 100 mila euro

prostituzione 2' di lettura 15/04/2014 - "Tratta, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione". Questi i reati contestati agli sfruttatori di una giovane donna. La vittima, costretta a prostituirsi, dovrà essere risarcita con 100 mila euro. A dirlo la Corte di Assise.

Il 9 aprile, dopo una camera di consiglio di tre ore, la Corte di Assise di Appello di Bologna si è pronunciata sulla sentenza 1/2012, della Corte di Assise di Piacenza, che aveva condannato a 15 anni e 12 di reclusione un italiano e quattro nigeriane per i reati di "tratta, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione", distinguendo le varie responsabilità in base al ruolo assunto nelle azioni criminali realizzate.

L'intero processo di primo grado si basava sulle dichiarazioni di una giovane nigeriana, accolta in un programma di protezione sociale presso l'Associazione Free Woman di Ancona, che era riuscita, grazie ad operatori e legale, a ricostruire tutta la vicenda. Si parla di violenze, minacce e soprusi, che l'avevano portata ad essere soggiogata e costretta a prostituirsi, dando così corso ad una corposa indagine preliminare. La ragazza ha accettato di costituirsi parte civile e di testimoniare, seppur dolorosamente, per oltre quattro ore.

La Corte di Assise di Appello di Bologna ha solo modificato parzialmente le decisioni del primo grado, ritoccando le pene ed assolvendo due imputati da uno dei capi di imputazione, ma ha comunque condannato tutti gli accusati mantenendo sanzioni severe (dagli 8 ai 12 anni) per le due figure che concorsero maggiormente nella commissione dei reati. Conferma anche alla parte civile, accordata in primo grado, riconoscendo alla donna un risarcimento di 100.000 euro.

"A memoria di chi scrive - ha affermato l'Avv. Gianluca Cardi - la cifra più alta fino ad oggi accordata ad una vittima di tratta. Questo bel risultato è sicuramente frutto anche del buon lavoro svolto dagli operatori dell'Associazione Free Woman, dalle Forze dell'Ordine di Piacenza e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, che hanno operato in massima sinergia ed ai quali va sicuramente un ringraziamento".






Questo è un articolo pubblicato il 15-04-2014 alle 17:49 sul giornale del 16 aprile 2014 - 643 letture

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